La Grotta Giusti Spa di Monsummano Terme


E’ una delle location termali più esclusive al mondo per una particolarità che la rende veramente unica, a Monsummano Terme. Qui ha sede la Grotta Giusti Terme dove si trova una piscina termale fra le più grandi d’Europa. Uno specchio d’acqua di 750 metri quadri, una grande cascata scenografica, idromassaggi subacquei raccolti in quattro grandi conchiglie dove l’acqua diventa tonificante e il massaggio diventa piacere. La piscina termale all’aperto, con acqua termale a 34 °C, ne permette la godibilità anche nella stagione invernale. La piscina è solo una delle chicche di Grotta Giusti Terme che va a sommarsi al moderno centro benessere dove si possono fare moltissimi trattamenti tradizionali ed orientali.Grotte-termali-Toscana1

L’importante – consigliano gli esperti – al di là dei trattamenti, è la scelta della struttura. I centri benessere qualificati devono esibire la sigla “spa”, che sta per “Salus per aquam” e cioè: curarsi grazie alle proprietà dell’acqua. Ottenere questo riconoscimento non è semplice. Con una legge del 2000 lo stato italiano ha posto dei paletti molto chiari, impedendo così di imbattersi in tranelli o in finti centri benessere.
Infatti per legge, soltanto le cure che utilizzano acque termali o loro derivati e che abbiano riconosciuta efficacia terapeutica, possono effigiarsi di epiteti quali: terme, termale, acqua o fango termale, idrotermale, idrominerale, thermae e naturalmente spa.spa_toscana

Ma su tutto a rendere Grotta Giusti unica è la sua straordinaria grotta millenaria; una grotta naturale dove ci si lascia avvolgere dal tepore di un ambiente caldo umido che rievoca, suggestivamente, i meandri dell’Inferno dantesco. Un paradiso naturale ricco di stalattiti e stalagmiti al cui centro è il cristallino specchio d’acqua termale che, con i suoi vapori terapeutici, avvolge in una sauna naturale benefica e disintossicante.
“L‘ottava meraviglia del mondo”, così la definì il Maestro Giuseppe Verdi nelle sue frequentazioni, rimane ancora oggi un‘esperienza tutta da vivere. Qui si fermarono principi e re, ma la fama di questi insoliti “bagni a vapore” varcò presto anche i confini nazionali; molti gli stranieri, soprattutto francesi e inglesi che sempre più numerosi iniziarono a frequentare Monsummano.1155-grottagiusti

La storia di questo luogo esclusivo iniziò nel 1849 quando per caso, degli operai impegnati nelle proprietà Giusti scoprirono dei vapori caldi fuoriuscire dal terreno. Ampliando quella minuscola fessura, con grande stupore, videro un luogo rimasto segreto da sempre: la Grotta. La dolce temperatura che li si godeva fece nascere a Giusti, la felice idea di avvalersene quale mezzo di cura. Oggi come allora, è facile lasciarsi affascinare dalle forme di stalattiti e stalagmiti, dalle misteriose ombre distorte che le luci proiettano lontano, dai corpi che si muovono nel tepore del monte sottoterra… Un silenzio
irreale, ma avvolgente che conduce tra Paradiso, Purgatorio ed Inferno (le tre aree della grotta), in un momento estremamente suggestivo.
La temperatura, nel suo lento aumentare fino ai 34° dell’Inferno, rende il „bagno di vapore termale“ godibile per tutti i circa 50 minuti di permanenza. Da non perdere….

Suggerimento: l’ingresso pomeridiano alla piscina termale è particolarmente conveniente.

Per maggiori informazioni consultare il www.grottagiustispa.com

Il Canyon Naturale “Orrido di Botri”


orrido-di-botri-1L’Orrido di Botri è un’imponente gola calcarea ricca di vegetazione e di animali rari. Per chi ama immergersi nella natura e vuole provare l’ebbrezza di risalire un vero e proprio canyon c’è un luogo nascosto nella Valle del Serchio. Si tratta dell’Orrido di Botri nel comune di Bagni di Lucca: un’aspra ed imponente gola calcarea, con ripide pareti scavate in profondità dalle fredde acque del torrente Rio Pelago.

L’orrido è una valle molto stretta, nata dall’azione erosiva dell’acqua. L’origine di questo spettacolare canyon è da ricondursi a cause tettoniche, cioè a violenti sommovimenti degli strati rocciosi con conseguenti crolli e fratture capaci di incanalare le acque.  L’Orrido di Botri è un angolo autentico di wilderness, dove è possibile imbattersi in animali rari e maestosi come l’aquila reale ma anche il lupo, che è stanziale in tutto il territorio dell’Appenino.

Per preservare le bellezze naturali di questo angolo unico, dal 1971 è stata istituita la Riserva Naturale dell’Orrido di Botri che tutela una superficie di 286 ettari e la cui gestione è affidata al Corpo Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Lucca.4

Le visite partono da Ponte a Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il centro accoglienza del Corpo Forestale dello Stato e la biglietteria. Il costo è di 2 Euro a persona. Bambini fino 12 anni gratis. La Riserva è aperta da giugno a settembre e per visitarla è obbligatorio l’uso del casco protettivo.

Si entra nell’Orrido risalendo il letto del torrente che si sviluppa in parte su ghiaia, su massi più piccoli e rocce di grandi dimensioni, ma in parte anche all’interno del torrente da percorrere nell’acqua ghiacciata che arriva fino alle ginocchia. Il percorso massimo consentito arriva al punto denominato Piscina percorribile in circa 4 ore andata e ritorno.
Anche noi abbiamo intrapreso questa avventura con una bambina di 5 anni e ci siamo divertiti molto. Consigliamo sicuramente di indossare un abbigliamento sportivo adeguato e di prevedere un ricambio nel caso di una scivolata nell’acqua. Anche le scarpe devono essere adeguate. Un paio di scarpe da tennis che si possano anche bagnare è l’ideale.orrido-di-botri-3

Il percorso è stato suddiviso 4 tratti distinti per cui si può percorrerne anche solo una parte.
Percorso in alveo con partenza da Ponte a Gaio:
1. GUADINA 30 min:
Primo restringimento dell’alveo; tratto di circa 80 mt.
2. PRIGIONI 45 min:
Secondo restringimento dell’alveo; tratto di circa 500 mt da percorrere tutto dentro l’acqua. Alla fine delle Prigioni inizia il cosiddetto Solco Grande.
3. SALTO DEI BECCHI 80 min:
Piattaforma calcarea nei pressi della quale si riscontrano le prime “marmitte” formate da fenomeni erosivi intensi. Da questo punto il percorso diventa ancora più impegnativo e si consiglia solo ad escursionisti esperti, in alcuni tratti seguire e servirsi delle corde fisse.
4. PISCINA 120 min:
Termine del percorso autorizzato. Da qui inizia il percorso di tipo alpinistico da percorrere solo con specifiche autorizzazioni.

Come si arriva alla Riserva
Percorrere l’autostrada A11 in direzione di Pisa e uscire a Capannori. Seguire le indicazioni per Garfagnana e Bagni di Lucca. A Fornoli, nei pressi di Bagni di Lucca si devia verso Tereglio, imboccando la provinciale n. 56, e si seguono le indicazioni per Ponte Gaio – Orrido di Botri.

Maggiori informazioni: http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/432

La Torre Guinigi di Lucca


“Andando noi vedemmo in piccol cerchio torreggiar Lucca a guisa di boschetto“ Fazio degli Uberti (XIV sec.) Dittamondo – Lib. III Cap. V-221).

Dopo la paura per la „fine del mondo“ attesa nell’anno Mille, le potenti famiglie iniziarono ad abbandonare i loro castelli del contado per vivere dentro le mura urbane. Nacquero così le „case-torri“: dimore austere con ambienti sontuosi e loggiati per il commercio, sovrastati da vertiginosi torrioni in pietra – la cui altezza testimoniava la potenza della famiglia. Nelle lotte per la supremazia cittadina, i componenti delle casate potevano barricarsi nella parte alta di queste strutture e resistere per mesi. Gli accordi fra i potenti, spesso suggellati da matrimoni, portavano al collegamento fra le torri – con arditi ponti levatoi. Quando una famiglia veniva sconfitta, le sue torri venivano diroccate.

La Torre Guinigi, in via Sant‘Andrea fa parte di un’ imponente costruzione voluta dalla famiglia Guinigi – ricchi e potenti mercanti e banchieri lucchesi del sec. XIV.1

Alta 44 metri, è ormai l‘unica testimonianza delle oltre 250 torri che arricchivano la città in epoca medioevale. La sommità della torre, raggiungibile dopo 230 scalini, è un giardino pensile con lecci secolari. Il panorama sul centro storico della città è particolarmente suggestivo: a nord si intravede l‘Anfiteatro romano, a sud si osserva, in tutto il suo splendore, il Duomo di San Martino, ad Est la Villa Guinigi, e ad Ovest la Chiesa di San Michele.

Orario:
Gennaio e Febbraio dalle 9.30 alle 16.30
Marzo dalle 9.30 alle 17.30
Aprile e Maggio dalle 9.30 alle 18.30
da Giugno a Settembre dalle 9.30 alle 19.30
Ottobre dalle 9.30 alle 17.30
Novembre e Dicembre (escluso 25/12) dalle 9.30 alle 16.30

Ingresso:
€ 3.50 biglietto intero

Carrara: la Forza è nella Ruota!


La comunità carrarese ha da sempre mostrato una sorta di culto per la ruota che appare come motivo architettonico nella facciata del Duomo e, quasi come firma d’autore, alla base di una delle piccole finestre gotiche intorno all’edificio. Troviamo una grande ruota nella pavimentazione della piazza Alberica e la percepiamo come motivo ispiratore della fontana di Piazza Gramsci. La ruota è lo stemma del Comune; al suo interno, un motto eloquente: “Fortitudo mea in rota” (la mia forza è nella ruota).stemma-carrara

La spiegazione di questa scelta va ricercata nell’economia del territorio basata sull’estrazione e sullo spostamento dei blocchi di marmo dalle cave al piano, per la lavorazione, e poi al mare, per la spedizione.

Il trasporto dei blocchi più pesanti avveniva su grandi carri trascinati da file di 15-20 paia di buoi – un’impresa ardua e rischiosa. Per sopportare il peso e le asperità del terreno, si usavano ruote molto robuste – spesso cerchiate di ferro. Ruote che ancora oggi sono il simbolo della forza e della tenacia che hanno reso Carrara la capitale mondiale del marmo.

Il Giardino dell’Iris in Piazzale Michelangelo a Firenze: dal 25 aprile al 20 maggio 2014


A fianco del panorama che si ammira dal Piazzale Michelangelo, a due passi del David, spunta il simbolo di Firenze. Nel giardino dell’Iris, infatti, vengono coltivate più di 1500 varietà del fiore che dal 1251 è stato assunto a simbolo della città. Le varietà di Iris, provenienti da ogni parte del mondo, sono curate dalla Società Italiana dell’Iris, proprietaria del giardino e organizzatrice ogni anno del concorso che da oltre mezzo secolo premia gli esemplari più belli e particolari e le varietà più nuove ed originali.firenze-giardino-degli-iris-2

Posto sul versante orientale della collina di Piazzale Michelangelo, il giardino riproduce l’ambientazione tipica di un oliveto collinare, con prati e aiuole di iris e un laghetto per la coltivazione delle varietà acquatiche, come Iris giapponesi e Louisiana. Le diverse varietà di fiori sono raggruppate in aiuole ed etichettate con il loro nome: ci sono infatti iris barbate, nane e spontanee e molti esemplari antichi. Accanto ai fiori simbolo di Firenze, il giardino ospita diverse specie di rose e di alberi, che lo rendono lo scenario ideale per una romantica passeggiata d’ inizio primavera.

Romantica come l’origine del nome scientifico del giaggiolo, che probabilmente per i suoi vari e vivaci colori deriva dalla dea Iride, la messaggera degli dei che sciogliendo la sua sciarpa formava l’arcobaleno.

Il giardino è visitabile in maggio, il mese della fioritura del giglio o giaggiolo. Quest’anno aprirà i suoi cancelli dal 25 aprile al 20 maggio con orario tutti i giorni 10.00-12.30/15.00-19.00.
L’ingresso è gratuito.firenze-giardino-degli-iris-3

È da secoli e secoli che il giglio, o iris, è simbolo di Firenze. Non è quindi un caso se lo si ritrova stilizzato in molte decorazioni della città ed è stato anche utilizzato come effige sulle prime monete d’argento della repubblica fiorentina del XII secolo e successivamente, dietro il San Giovanni, nel più prezioso fiorino d’oro.

In Toscana il fiore è chiamato giaggiolo (dal latino gladius = spada) per la struttura spatiforme delle foglie. La motivazione della scelta di questa particolare varietà botanica è piuttosto intuitiva: in passato, infatti, nella Valle dell’Arno cresceva rigogliosa e in gran quantità una specie d’iris, bianco-azzurrata, denominata Alba fiorentina, che arrivava fino ad arrampicarsi sulle mura cittadine ed era il segno distintivo della flora cittadina. Ma il colore rosso che si ritrova nel tipico giglio fiorentino ha un’origine più politica, che risale al tempo degli scontri fra Guelfi e Ghibellini.

Originariamente, infatti, il giglio rappresentato era quello bianco, che si ispirava agli esemplari così numerosi e così vicini in natura. Ma al momento della cacciata dei Ghibellini dalla città, i Guelfi vollero dare un segno del cambiamento anche nel simbolo: non potendo modificare il fiore, decisero che da allora in poi sarebbe stato rappresentato in “negativo”. Si passò così dal fiore bianco in campo rosso all’attuale giglio rosso in campo bianco. Il giglio, o più correttamente l’Iris, torna anche in un altro importante simbolo della città: il Marzocco, il leone accosciato che sorregge con la zampa destra lo scudo che raffigura, appunto, un giglio e che era considerato dai fiorentini il talismano portafortuna della Repubblica cittadina.

www.irisfirenze.it

Colori, aromi e suggestioni per “I profumi di Boboli” a Firenze: dal 22 al 25 maggio 2014


Il Monumentale giardino di Boboli a Firenze ospita dal 22 al 25 maggio l’ ottava edizione di “I profumi di Boboli”, manifestazione espositiva di prodotti di prestigio legati all’universo botanico. 

Tre giorni intensi, fra fragranze Giardini Boboli - Bronze Buste stili che ripercorrono – attraverso gli spazi storici e artistici del giardino reale – i momenti fondamentali di una produzione senza tempo e fortemente legata alla città di Firenze. In mostra profumi, saponi, candele, profuma ambienti, olii essenziali, cosmetici, estratti da erbe aromatiche, fiori e piante profumate, accessori e complementi.

Solo produttori di nicchia, artigiani e maestri erboristi custodi di antiche ricette che dall’universo olfattivo e sensoriale traggono e offrono piacere e benessere.giardino-di-boboli-a-firenze-3

Orario:
Giovedì 22 e venerdì 23 dalle ore 15.00 alle 21.00.
Sabato 24 e domenica 25 dalle ore 10.00 alle 21.00.
Ingresso alla mostra da Via Romana, 37/a.

L’ingresso alla manifestazione Profumo di Boboli è gratuito.

Ulteriori informazioni: www.profumidiboboli.org

Il Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano


A soli 20 km da Lucca, in località Borgo a Mozzano, esiste un magnifico ponte medievale a schiena d’asino formato da imponenti arcate, edificato forse nell’XI secolo per volere della contessa Matilde di Canossa.
La solidità di questo ponte sembra davvero una sfida alla forza di gravità e si racconta che da secoli resista alle numerose piene del fiume Serchio. Che il ponte sia davvero, come sostiene la leggenda popolare, una costruzione diabolica?piena_al_ponte_del_diavolo_1__1__800_800_w_800_800

Si narra che una volta, tanto tempo fa, sulle rive del fiume Serchio, a un bravo e stimato capomastro fu chiesto di costruire un ponte.
L’uomo si mise subito all’opera, ma ben presto si accorse che il lavoro non procedeva con quella sveltezza che aveva promesso ai suoi compaesani e poiché era un uomo rispettoso e puntuale agli impegni presi, cadde nella più profonda disperazione.
L’uomo si mise a lavorare ininterrottamente, giorno e notte, ma il lavoro continuava a non procedere e i giorni al contrario trascorrevano velocissimi.
Una sera il capomastro sedeva da solo sulle rive del fiume e mentre pensava alla vergogna e al disonore che avrebbe subito per non aver terminato il ponte nei tempi prestabiliti, gli apparve il Diavolo travestito da rispettabile uomo d’affari.
Il Diavolo andò incontro al capomastro e gli disse che lui sarebbe stato in grado di terminare il ponte in una sola notte. L’uomo, incredulo, continuò ad ascoltarlo e alla fine accettò la proposta del Diavolo: lui avrebbe finito il ponte e il capomastro si sarebbe impegnato a consegnargli l’anima della prima persona che lo avesse attraversato.
Il giorno successivo il ponte era finito e la folla stupefatta andò a congratularsi con il capomastro. L’uomo si raccomandò di non attraversare quel ponte bellissimo fino a che il sole non fosse tramontato.
Detto questo partì in groppa al suo cavallo in direzione di Lucca per consultarsi con il Vescovo.
Il Vescovo disse al capomastro di non preoccuparsi e di lasciare che il Diavolo si prendesse l’anima del primo che avesse attraversato il ponte, ma il primo a passare sul ponte avrebbe dovuto essere un maiale.
E così un maiale fu fatto passare sul ponte e il Diavolo furibondo per esser stato sconfitto, si gettò nelle acque del fiume Serchio. Non fu mai più rivisto da quelle parti.
Il ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano è diventato famoso in tutta Italia come luogo di ritrovo per festeggiare Halloween.
Inizialmente erano solo alcuni ragazzi toscani, soprattutto lucchesi, pisani e livornesi, che con i loro costumi da streghe, mostri e vampiri si ritrovavano a festeggiare in prossimità di questa splendida e lugubre architettura.
Da qualche anno invece i festeggiamenti sono arrivati a includere l’intero week end e dal 29 al 31 di ottobre di ogni anno e a Borgo a Mozzano si organizza una vera e propria Halloween Celebration.

La Giostra del Saracino di Arezzo – 21 Giugno e 7 Settembre 2014


La Giostra del Saracino è un “gioco” cavalleresco, che affonda le sue radici nel Medioevo e richiama la secolare lotta sostenuta dalla cristianità occidentale per contenere l’avanzata musulmana. La giostra si corre ad Arezzo, nella preziosa cornice di Piazza Grande, il penultimo sabato di giugno e la prima domenica di settembre.1

Nel corso della sua lunga storia, questa antica tradizione medievale ha avuto fortune alterne, ma dal 7 agosto 1931 è stata stabilmente rimessa in vita in forma di rievocazione ambientata nel XIV secolo. La Giostra è l’evoluzione di un esercizio d’addestramento militare che, simulando lo scontro bellico, vede cavalieri armati di lancia affrontare un autonoma (Buratto Re delle Indie) con le sembianze del nemico per antonomasia dell’occidente cristiano: l’arabo, l’infedele, il Saracino appunto. Contro di lui si scagliano al galoppo gli otto “campioni” dei quattro quartieri in cui è suddivisa la città, ovvero il quartiere di Porta Crucifera, il quartiere di Porta S. Spirito, il quartiere di Porta del Foro e quello di Porta S. Andrea. Il Saracino reca sul braccio sinistro uno scudo con una targa da colpire con la lancia e si difende per mezzo di un flagello (mazzafrusto) azionato da un meccanismo a molla, impugnato con la destra, costituito da tre palle di cuoio del peso di 250 grammi ciascuna. Appena colpito, il Saracino ruota su se stesso e protende la sua arma per colpire il giostratore sulle spalle. Vince la coppia di giostratori che, nel colpire lo scudo del Saracino, realizza il maggior punteggio. Al loro quartiere va in premio l’ambita “Lancia d’Oro”. In caso di parità fra uno o più quartieri, per aggiudicare il trofeo si ricorre allo spareggio. L’esito dello scontro fra cavalieri cristiani e il Saracino resta incerto fino all’ultimo a causa dei frequenti colpi di scena determinati dall’abilità, dal coraggio e dalla fortuna degli otto giostratori che si avvicendano sulla “lizza” di Piazza Grande. 04 - Giostra del Saracino di Arezzo 2006

La giornata Giostresca si apre al mattino con la lettura del bando da parte dell’Araldo e prosegue con un variopinto corteo storico che allinea per le vie della città 350 figuranti in costume trecentesco e 27 cavalli; momento saliente del corteo è la benedizione degli armati sulle scalinate del Duomo da parte del Vescovo di Arezzo. Il torneo, si apre con l’esibizione degli Sbandieratori, seguita dall’entrata di tutto il corteo storico della Giostra accompagnato dal calore e dagli applausi del pubblico. Il suono delle chiarine e il rullo dei tamburi del Gruppo Musici accompagna tutte le fasi della Giostra del Saracino ed ogni manifestazioni legata alla rievocazione. I Musici della Giostra non suonano su spartito, ma ad orecchio, imparando a memoria i brani e coordinandosi reciprocamente e sono apprezzati non soltanto in Italia, ma anche all’estero.

Svolgimento Giostra:
-21 giugno 2014 dalle ore 8 alle ore 24 in Piazza Grande
-7 settembre 2014 dalle 8 alle 24 sempre in Piazza Grande.

MERCANTIA – Festival Internazionale di Teatro di Strada a Certaldo: dal 16 al 20 Luglio 2014


Gli occhi di un bambino nel volto di un uomo, Alessandro Gigli, ideatore e direttore artistico di Mercantia – Festival internazionale del teatro di strada, giunta quest’anno alla 27° edizione, e in programma dal 16 al 20 luglio a Certaldo (Fi) – parla di una delle manifestazioni più di successo a livello nazionale.  mercantia-1

La prima edizione risale al 1988 e si può dire che Mercantia è nata da un “idea meravigliosa”di questo folletto del teatro che è anche regista, attore, burattinaio, scrittore di fiabe per ragazzi e animatore culturale. Certo, dall’inizio sono cambiate molte cose, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: «Noi vogliamo che la gente a Mercantia, sia invasa dall’energia positiva che questa manifestazione sprigiona. Per noi il successo è vedere le persone in giro per Certaldo Alto che sorridono, che si lasciano andare a scatenati balli in mezzo alla strada con le street band, che si incantino assistendo allo spettacolo, che rimangano affascinati dai giochi di fuoco. Insomma che diventino un po’ bambini».mercantia-2

Tornano i “Giardini segreti” spazi mignon per spettacoli esclusivi e poi, spettacoli ovunque, come da tradizione: a destra, a sinistra, sopra, sotto…Basta scegliere, ce n’è per tutti i gusti e a distanza di pochi metri l’uno dall’altro…fra vie, viuzze, archi, cortili quasi come in un labirinto. Sembrerà di essere dentro una scatola magica dove la festa non finisce mai.

Teatro di ogni tipo, street band, circo, burattinai, cantastorie, trampolieri, sputafuoco, mimi, giocolieri, danzatrici del ventre, istallazioni di ogni tipo e apparizioni di diavoli ed angeli! Tanta festa e divertimento, ovunque per tutti.mercantia-3

Gli artisti di strada hanno trasportato il loro bagaglio culturale nel campo della prosa, del circo, della musica, del teatro di figura, costruendo spettacoli veri e propri che sono però diversi sia dal teatro di strada, che dal teatro tradizionale. Questa diversità, questo qualcosa “di più” è il rapporto vero e vitale con lo spettatore reale, l’empatia con il pubblico presente, la creazione di situazioni che si rinnovano ogni sera a seconda della platea.

Questa è Mercantia che però non finisce qui e oltre ai suoi spettacoli offre al visitatore anche artigianato, arte, musei e storia a completare il cerchio. Beh, c’è davvero tanta magia a Mercantia ad

animare Certaldo in quei cinque giorni straordinari di luglio…

Informazioni e programma completo: www.mercantiacertaldo.it

Bar Ristorante Tutto bene


Se dopo aver trascorso qualche ora alla ricerca dell’affare negli outlet della zona, e avete voglia di fare una pausa e di mangiare qualcosa spendendo il giusto vi potete fermare al Bar Tutto Bene, molto conosciuto nella zona per la qualità a prezzo contenuto.IMG_9866-500x319

L’ambiente è piacevole, il personale molto cordiale e la scelta di cibi è vasta per essere un bar/tavola calda dove molte delle persone che lavorano nelle vicinanze si riversano per la pausa pranzo.

In cucina ci sono Sandra, Daniela e Serena che compongono intriganti abbinamenti culinari utilizzando i prodotti toscani e di stagione che si possono comporre in base alle esigenze personali di linea e gusto.

Da notare anche l’intelligente opportunità di prendere mezze porzioni che permettono quindi di fare molti assaggi senza gravare eccessivamente sul portafoglio e sulla linea.

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Per terminare il pranzo con “dolcezza” ci si può recare al banco pasticceria e avere l’imbarazzo della scelta fra tutte le delizie esposte. Provare per credere!

Effettivamente la promessa richiamata dal nome viene mantenuta, e alla domanda che il cameriere a fine pranzo fa si risponde con entusiasmo: “Tutto bene”

Tutto Bene
Via S. Quirico 296/302
Campi Bisenzio (Firenze)

Maggiori Informazioni: www.tuttobene-bar.it

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