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Carrara: la Forza è nella Ruota!


La comunità carrarese ha da sempre mostrato una sorta di culto per la ruota che appare come motivo architettonico nella facciata del Duomo e, quasi come firma d’autore, alla base di una delle piccole finestre gotiche intorno all’edificio. Troviamo una grande ruota nella pavimentazione della piazza Alberica e la percepiamo come motivo ispiratore della fontana di Piazza Gramsci. La ruota è lo stemma del Comune; al suo interno, un motto eloquente: “Fortitudo mea in rota” (la mia forza è nella ruota).stemma-carrara

La spiegazione di questa scelta va ricercata nell’economia del territorio basata sull’estrazione e sullo spostamento dei blocchi di marmo dalle cave al piano, per la lavorazione, e poi al mare, per la spedizione.

Il trasporto dei blocchi più pesanti avveniva su grandi carri trascinati da file di 15-20 paia di buoi – un’impresa ardua e rischiosa. Per sopportare il peso e le asperità del terreno, si usavano ruote molto robuste – spesso cerchiate di ferro. Ruote che ancora oggi sono il simbolo della forza e della tenacia che hanno reso Carrara la capitale mondiale del marmo.

Massa Carrara


Siamo all’estremo lembo nord della Toscana, quasi incuneati nell’Emilia Romagna ed affacciati sulle splendide Cinque Terre Liguri. Un crocevia meraviglioso in cui è la provincia di Massa Carrara, primo caso nazionale di due città per un unico capoluogo di provincia: Massa e Carrara, appunto. Una terra in equilibrio sull’armonia terramare, dove le Alpi Apuane, candide montagne bianche di marmo, vedono e sentono il salmastro di un litorale breve e sabbioso. Una provincia che grazie alla sua felice posizione geografica e l’eccezionale varietà del territorio, si offre tutta da scoprire al viandante non fuggente.

Impossibile non partire dalla Lunigiana, là oltre le Apuane, la parte più a nord del territorio. Un fazzoletto di terra antichissima di storia e tradizioni che deve la sua fama a Luni, importante centro d’epoca romana. Scendendo il corso del fiume Magra s’incontrano gli itinerari medievali, per lo più intatti, percorsi dai pellegrini sulla via di Roma della strada Francigena; ma questa terra non si può che raccontare dalle Alpi Apuane, catena montuosa nuda ed imponente che, dopo lunghe passeggiate per i suoi boschi riesce sempre ad affascinare con un qualche scorcio che fa lanciare lo sguardo, là, verso il mare. L’interno di tutta la provincia pullula di innumerevoli manieri – spesso avvolti da aloni di misteri e leggende – che testimoniano quello che fino a qualche secolo fa era l’indipendente principato della famiglia Cybo Malaspina, nobile dinastia che, anche nelle città di Massa e Carrara ha lasciato impronte d’arte rinascimentale e barocca notevolissime; poi pievi romaniche austere e silenziose sparse nel verde dove si sono inginocchiati i pellegrini provenienti dalla Francia, dalla Spagna e dall’Inghilterra, etc… Il mare è sempre lì, vicino, lo ricorda la sua brezza che dona un clima mite in ogni stagione. Un mare antico approdo di tanti marinai e navigato fin dai tempi dei Romani che dalla loro Lunigiana esportavano un pregiato vino di collina tutt’oggi apprezzato.bg1

A proposito di specialità; questa è anche la terra di una delle prelibatezze della cucina italiana: il lardo di Colonnata, ma oltre al re dei salumi ecco un viaggio gastronomico di tutto rispetto: miele di castagno, testaroli al pesto, panigacci, funghi freschissimi, focaccette di Aulla, torte d’erbi, pane alle olive, pane di castagna e via, e via…

Per concludere è necessario soffermarci su quella materia prima che esce dalle viscere di queste montagne: il marmo. Quella pietra candida e preziosa che ancor oggi attira viaggiatori per scolpirla, ma anche solo per godere del fascino maestoso delle cave che ricamano su queste montagne uno dei paesaggi più suggestivi d’Europa.

Un breve cenno anche sulle due città.

Anche se a pochi chilometri l’una dall’altra, le due città sono urbanisticamente molto diverse tra loro: Massa è caratterizzata da piccole vie irregolari e ricche di monumenti; Carrara, invece, presenta vie piuttosto larghe con abitazioni eleganti, piazze, parchi e giardini. Quello che colpisce subito il visitatore è l’impiego estensivo del marmo in tutto il tessuto urbanistico: nelle costruzioni, negli arredi urbani, nella pavimentazione stradale, nei portali degli edifici pubblici e delle abitazioni civili e, soprattutto, nelle numerose opere che trasformano queste due città in autentici musei a cielo aperto.carrara-accademia-delle-belle-arti

Massa è sorta lungo la via consolare che da Pisa conduceva a Luni ed è restata a lungo sotto la Signoria dei Malaspina; nel XVI secolo divenne Massa Cybea – dal nome della casata genovese che successe ai Malaspina – e nell’800, dopo l’annessione al Ducato di Modena, venne indicata come Massa Ducale. Da non perdere a Massa, la caratteristica Piazza degli Aranci, voluta da Elisa Baciocchi, duchessa di Massa e sorella di Napoleone. Sulla piazza si affaccia il maestoso Palazzo Ducale (XVI sec.), costruito da Alberico I Malaspina e oggi sede della provincia; poco distante, l’elegante Cattedrale in marmo bianco e, più in alto, il Castello Malaspina – un balcone sulla città con una suggestiva vista sul mare.

A Carrara, la grande piazza Alberica con il selciato in marmo che riproduce la ruota, stemma della città; poco distante il Duomo di Sant’Andrea, costruito fra l’XI e il XIV secolo, in una posizione defilata, quasi nascosta.

Di grande interesse, la piazza Gramsci che riassume, con i suoi monumenti, la storia e le caratteristiche del territorio. Vi troviamo infatti l’Accademia delle Belle arti, fondata nel 1769 da Maria Teresa d’Este, che si sviluppò sotto il Principato Baciocchi producendo molte sculture sulla famiglia Bonaparte – destinate a svolgere un ruolo di propaganda nei paesi europei conquistati da Napoleone.

La piazza ospita anche il grande monumento ad Alberto Meschi – che organizzò le lotte anarcosindacaliste dei lavoratori delle cave – e i monumenti allo scultore Pietro Tacca, all’economista Pellegrino Rossi e al filosofo Angelo Pelliccia – omaggio della città a tre illustri cittadini. Caratteristica la Piazza delle Erbe, sede di un antico mercato, sulla quale si affaccia il singolare Palazzo appartenente alla famiglia Diana – uno dei principali fornitori di marmo per la Basilica di San Pietro a Roma. Subito fuori dalla città, le cave di marmo che si raggiungono “entrando” nella montagna attraverso strette gallerie.

A soli due chilometri da Carrara, troviamo il borgo di Torano circondato da castagni e dallo spettacolare panorama delle cave. Il nome deriva dai tori – impiegati per trasportare i blocchi di marmo.

Da non perdere la visita alla cava-museo di Fantiscritti creata da Walter Danesi, dopo quarant’anni di ricerche, per diffondere la storia e la cultura del marmo di Carrara.

Il Lardo di Colonnata


Pezzi_di_lardo_di_Colonnata  Colonnata è un paesino ai piedi delle Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara, conosciuto per le sue cave di marmo e la produzione di un salume caratteristico un tempo usato come tradizionale companatico dai cavatori: il lardo di Colonnata. Il lardo è oggi una delle punte di diamante tra i prodotti tipici toscani, uno dei salumi più buoni e delicati derivante dalla lavorazione delle carni suine. Tradizionalmente affettato sottile per poi essere gustato insieme al pane abbrustolito o con il pomodoro fresco, questa ghiottoneria ha una ricetta unica profondamente legata al territorio. Il lardo si ottiene con lo strato grasso della schiena del maiale, accuratamente rifilato e lavorato secondo un’antica tradizione e secolare esperienza. L’elemento del tutto unico è la stagionatura nelle apposite conche di marmo, dove il lardo viene adagiato a strati insieme ad aglio, aromi, sale marino in grani, pepe nero, rosmarino, salvia ed altre erbe aromatiche, e conservato almeno sei mesi. crostini-con-lardo-di-colonnata-e-miele
La tipicità della preparazione e quindi del salume è legata alle particolari caratteristiche di traspirazione e impermeabilità del marmo estratto nella zona di Colonnata, il lardo è infatti stato certificato come prodotto  Igp (Indicazione geografica protetta). Il suo sistema di lavorazione, immutato da centinaia di anni, è stato motivo di una lunga diatriba per la tutela delle norme d’igiene e di composizione organolettica del prodotto, ma alla fine il valore della storia e della tradizione hanno prevalso sul resto.